Cosa c’è dietro “Bambini all’opera”
I bambini in questi tempi vivono, in un mondo di musica e suoni variamente organizzati, ma da questa valanga di informazioni nessuno li aiuta a difendersi, per cui il risultato più comune e' una non comprensione, quindi un assorbimento passivo, o addirittura una percezione sommaria laddove l'attenzione si rifiuta di operare poiché non sa cosa focalizzare, se non la componente ritmica dominante.
E' quindi importante fornire loro semplificazioni adatte che li inducano ad ascoltare, e creare attività specifiche che li inducano a ritenere leggibile, comprensibile e interessante la comunicazione di tipo musicale.
La richiesta diretta di ascolto musicale non mi sembra però una soluzione adeguata, e trovo incoerente ritenere che " la capacità del bambino di prestare attenzione " e quindi di "ascoltare" sia fra i requisiti che permettono l'attività stessa dell’”ascoltare”.
La capacità di ascolto deve essere considerata obiettivo di un progetto che cerchi di far comprendere al bambino che cosa ci sia di interessante da ascoltare e perchè si debba farlo, e solo successivamente gli si potrà chiedere di prestare attenzione anche in uno stato, a loro non abituale, di immobilità.
Come insegnante di musica mi sono riproposto individuare un'' ATTIVITA' originale nella quale i suoni di una musica registrata potessero essere elevati da ruolo di sottofondo indefinito a principali oggetti di attenzione ed ascolto, e mi sono inoltre riproposto di costruire tale tipo di attività' in stretto collegamento con gli altri linguaggi espressivi, la cui globale percezione tanto arricchisce l'esperienza dei bambini.
Un'attività originale: "Teatro musicale"
A questo punto la domanda è stata:
come utilizzare gesti e movimenti allo scopo di evidenziare elementi del linguaggio sonoro?
E come stimolare l'immaginario del bambino ed allo stesso tempo renderlo strumento per una migliore comprensione della comunicazione musicale?
E ancora, come rendere l'ascolto di un brano musicale interessante e convincente come quello di un racconto verbale, tanto amato dai bambini soprattutto se interpretato con senso ed espressione? ( Siamo sicuri che il “musicale” sia estraneo a tale gradita enfasi?)
Tra i linguaggi comunicativi, quello verbale è sicuramente il più noto ai nostri bambini, soprattutto se utilizzato come strumento di stimolazione del loro immaginario, quindi il primo passo di questa attività sarà il racconto di una favola, che sarà costruita sul brano da ascoltare e adattata nel suo procedere al procedere stesso del brano di cui ne sottolineerà gli elementi più evidenti.
Il " modo" in cui è raccontata la favola e l'intonazione narrativa attraverso la quale si enfatizzano certi elementi favorisce la formazione di immagini fantastiche.
Una siffatta intonazione, altro non è che un uso volontario e finalizzato della componente musicale insita nell'atto stesso del parlare, ed è da considerarsi come una prima ASSOCIAZIONE tra comunicazione verbale e linguaggio musicale.
La narrazione stimolerà l'immaginario dei bambini, e le immagini così formatesi facilmente ed inevitabilmente si potranno ASSOCIARE non solo alle parole ma anche ai suoni e ai segnali musicali a cui le parole si riferiscono.
Momento finale, ma vero nucleo dell'attività, sarà il portare l'attenzione sull'azione mimica attraverso la quale realizzare la narrazione, e quindi proporre l'ASSOCIAZIONE gesto/suono.
Il termine agire la musica descrive quindi semplicemente il tipo di attività proposta, nella quale il movimento del bambino è guidato dal suo preciso ascolto della musica, o se vogliamo più magicamente dove i suoni del brano prendono vita nel movimento del bambino.
Da questo momento, chiedendo di fare e di rifare questo gioco teatrale i bambini si sforzeranno di associare sempre più' precisamente i gesti del racconto ai suoni relativi fino a poter definire il testo all'interno della musica, che proprio attraverso il movimento hanno imparato a seguire.